«Scusami, non vorrei passare per pervertita, ma la tua patta è…». Veloce come era arrivata quella ragazza aveva parlato. Non aveva niente di speciale, nessun fisico da modella, le tette erano di una misura in armonia con le curve del suo corpo e di certo non si vergognava dei suoi fianchi larghi, vista la maglia stretta e a righe in cui era strizzata.
«È grande, lo so». Giuseppe gonfiò il petto –o per meglio dire la pancia –fiero che ci fosse ancora qualcuno in grado di notare quei particolari –non proprio piccoli –e ne parlasse apertamente.
«È grande, lo so». Giuseppe gonfiò il petto –o per meglio dire la pancia –fiero che ci fosse ancora qualcuno in grado di notare quei particolari –non proprio piccoli –e ne parlasse apertamente.