I capelli corvini stretti in quella singolare pettinatura erano ancora umidi di sangue, e le ferite sul volto erano molteplici e sporche di terriccio. Ciò che rimaneva della battle suit premeva incessantemente sulle gambe muscolose, facendo trasparire i muscoli ancora tesi per il duro sforzo al quale erano stati sottoposti. Era giunto lì nel momento giusto, lo aveva salvato da una stretta che probabilmente gli sarebbe costata la vita, di nuovo. Lentamente avvicinò la mano tremante a quel volto inerme, porgendogli una gentile carezza. Era cosciente che in un’ altra situazione non avrebbe potuto permetterselo. La penombra rendeva tutto così bello, e il silenzio regnava come unico vincitore della battaglia.
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